Decidiamo oggi per un domani sostenibile

Progetto Meglio: primi risultati su monitoraggio di onde sismiche con fibra ottica

Questo strumento in futuro consentirà di valutare anche la vulnerabilità sismica degli edifici, grazie alla rete già presente in gran parte delle abitazioni italiane. 

di Fabio Ferrante

martedì 30 aprile 2024
Tempo di lettura: min

Sfruttare la rete della fibra ottica permetterà di monitorare i terremoti e di valutare la vulnerabilità sismica delle abitazioni. Sono i primi e incoraggianti risultati del progetto Meglio (Measuring earthquake signals gathered with laser interferometry on optic fibers), pubblicati sul sito di Nature e su Communications Earth & Environment, frutto della collaborazione tra Oper Fiber, Inrim – Istituto nazionale di ricerca metrologica e Ingv – Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, per utilizzare la fibra ottica come sensore la rilevazione delle onde sismiche.

“Il Progetto Meglio – spiega Andrè Herrero, ricercatore Ingv Responsabile del Progetto – nasce successivamente a un articolo pubblicato da colleghi dell’Inrim, sulla rivista Nature nel 2018 sull’interferometria laser su rete fissa per vedere i terremoti. L’uso di questo nuovo strumento per la rilevazione sismica ha destato l’interesse di Open Fiber, distributore della rete Ftth (Fiber to the home), che ha pensato subito di testare e verificare sulla propria rete i risultati già ottenuti dai ricercatori.”

La scelta dell’area di studio con la fibra interrata
Nel 2019, infatti, Open Fiber ha deciso di mettere a disposizione grandi finanziamenti e di chiedere la collaborazione dell’Inrim, per la parte di interferometria laser, e dell’Ingv per consulenza e validazione dei dati ottenuti. “Dalle prime verifiche effettuate – continua Herrero – è risultato che l’attività può essere fatta solo su fibra interrata e in una zona abbastanza attiva nella sismicità con un numero di eventi significativo negli ultimi due anni. Pertanto, la scelta dell’area di studio è andata nella tratta di fibra di 30 chilometri che va da Teramo ad Ascoli Piceno, dove è stata installata anche una stazione classica di rilevazione sismica”.

Predire i terremoti? Questione di rocce più che di scosse premonitrici

Un team italiano di scienziati ha analizzato la sismicità della California degli ultimi trent’anni per comprendere quali possano essere segnali premonitori dei grandi terremoti. 

di Claudia Balbi 

 

L’efficacia anche per terremoti di minore intensità
Avviato il segnale laser e iniziata la fase di registrazione, si è avuta la prima positiva sorpresa, in quanto il target era fissato per terremoti di magnitudo 4.0 o superiori, ma il sistema è stato in grado di rilevare anche terremoti di magnitudo 2.5. “Come ricercatori abbiamo dovuto studiare come interpretare i nuovi dati, perché le rilevazioni classiche misurano la deformazione del suolo, mentre con questo strumento si misura la deformazione del laser, ma con le due misurazioni, che si possono abbinare, è possibile ottenere un quadro più ampio di studio”.

C’è possibilità di misurare grandi superfici
La tecnologia sfrutta il laser sparato nella fibra senza interferire con il traffico dati e “questo – sottolinea il ricercatore INGV – è un vantaggio tecnico che favorisce gli investimenti e l’interesse dei gestori della rete. Inoltre, garantisce la continuità della rilevazione, che risulta sempre attiva.” Un altro vantaggio è l’assenza di limiti di distanza che, teoricamente, può arrivare fino a mille chilometri di fibra e monitorare grandi superfici. “Ciò che permette, inoltre, è il controllo delle superfici coperte dal mare, dove è pur possibile installare stazioni classiche, ma con grandi difficoltà, sfruttando i cavi fibra che attraversano le profondità marine”.

Non precursore sismico, ma ottimo per lo studio delle vulnerabilità
Questo sistema non sostituirà, secondo Herrero, la rilevazione classica delle stazioni sismiche, perché meno sensibile, ma l’infrastruttura già presente offerta dalla fibra facilita una copertura che andrebbe a coprire le pianure e i centri abitati, dove la rete delle stazioni non è presente a causa delle troppe interferenze che subirebbe. “La sempre più massiccia presenza di fibra nelle abitazioni, permetterebbe, in futuro, di monitorare lo stato di vulnerabilità degli edifici, diventando una realtà complementare molto efficace.” Allo stato attuale dello sviluppo tecnologico, il monitoraggio tramite laser non può svolgere nessuna attività di precursore sismico, “ma il fatto di avere una grande copertura territoriale – ci conferma Andrè Herrero – già strutturata e soprattutto con grandissima velocità di trasmissione delle informazioni, sarà un ottimo strumento di Early Warning, permettendo interventi di sicurezza, quali rallentare treni, allertare gli ospedali, far scattare porte antincendio e altro”.